Cari concittadini,
ormai da un mese tutta la nostra comunità, assieme all’Italia intera e al mondo, sta vivendo una sfida inimmaginabile e durissima. Stiamo combattendo contro un avversario invisibile e tenace, molto più tenace di quanto si potesse immaginare o prevedere.
Isolati nelle nostre case, costretti a ripararci fra le mura domestiche, oppure ancora impegnati nei luoghi di lavoro, viviamo nella preoccupazione costante che noi, o qualcuno dei nostri cari, possa contrarre il virus e ammalarsi.
Molti sforzi sono stati fatti, da parte di tutti, dall’inizio di questa emergenza: voglio dedicare un pensiero in primo luogo alle forze dell’ordine, ai volontari della Protezione Civile, Croce Rossa, Caritas e delle altre associazioni che in questi giorni continuano a fornire un servizio prezioso. Un saluto particolare anche a quanti continuano, con dedizione a lavorare nei settori considerati strategici, dagli alimentari alle strutture sanitarie.
Questi ultimi giorni stanno mettendo a dura prova la nostra comunità: i dati più recenti parlano di ben 51 casi totali riscontrati a Erbusco, a cui vanno aggiunte 68 persone tenute sotto osservazione da parte delle strutture di controllo. A loro rivolgo, a nome di tutta l’amministrazione, un grande in bocca al lupo e l’augurio di una pronta guarigione.
Ma, non potrebbe essere altrimenti, la mente corre anche alle famiglie dei molti concittadini che hanno perso la vita a causa del virus, così come alle famiglie di tutti i defunti delle ultime settimane, che per via delle recenti disposizioni sanitarie sono stati privati della possibilità di ricevere manifestazione di cordoglio e vicinanza.
Questi numeri ci dicono che, alla fine dell’emergenza, dovremo davvero ricostruire pezzo per pezzo tanta parte del nostro vivere civile così come lo conoscevamo fino a un mese fa. Ma ci dicono anche che oggi abbiamo il DOVERE di continuare a lottare. E dobbiamo farlo continuando ad utilizzare le armi che abbiamo impiegato fin qui: stando isolati, rimanendo a casa evitando ogni contatto con l’esterno che non sia per ragioni di vera necessità, continuando a mantenere le buone prassi igienico-sanitarie indicate nelle ordinanze e nelle disposizioni degli organi competenti.
Sono armi spuntate, lo sappiamo bene, ma sono le uniche che abbiamo.