EPOCA: secolo XV Ospedale di S. Antonio, primi anni del secolo XIX trasformazione dell’Ospedale in palazzo privato
AUTORE: ignoto
STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Il palazzo si impone per la massiccia volumetria e simmetria delle aperture. Il suo schema architettonico è basato su un corpo centrale e due ali laterali che si affacciano su un semplice cortile chiuso sul lato della strada. Nell’ala est si apre un alto portale in legno, che immette nell’ampio parco ricco di vegetazione che domina tutta la collina di S. Bernardino. Nel corpo centrale si apre una grande veranda che funge da ingresso al palazzo e che si affaccia a nord sul giardino, dove si trova l’antica chiesa di S. Antonio. All’interno si susseguono deliziose sale decorate con pitture e affreschi dell’ultimo ottocento e i primi anni del novecento.

NOTIZIE STORICO CRITICHE

I vari passaggi di proprietà non hanno influito negativamente sulla struttura del palazzo che si presenta in tutta la sua austera signorilità, nella semplicità dell’impianto architettonico e nella ritmicità delle sue aperture, simmetriche ed equilibrate, con la volumetria del prospetto del fabbricato. Il palazzo sorge dove anticamente era ubicato l’Ospedale di S. Antonio, al centro dell’antica proprietà denominata “Possessione di S. Antonio”, di cui si conserva ancora la Chiesetta detta appunto di S. Antonio, parte integrante dei beni dell’Ospedale Maggiore di Brescia. Ricordata negli Atti della Visita Pastorale di S. Carlo nel 1580, nel 1693 il Parroco di S. Maria di Erbusco, Agostino Gabusi, così descrive l’oratorio “non ha obbligazione alcuna e si celebra una messa al mese”. Nel 1737 si sa che non ha alcuna entrata e nei documenti del XIX secolo viene solamente citato come oratorio privato. Dell’antica architettura del palazzo non abbiamo notizie per mancanza di documentazione che si fa più ricca con il XIX secolo, periodo in cui l’Ospedale Maggiore di Brescia, che ha incamerato anche i beni dell’Ospedale di S. Antonio già dal 1455, vende le sue proprietà. L’8 novembre del 1817 viene venduta una parte del fondo di S. Antonio alla nobile famiglia Maggi, mentre il 16 gennaio 1819 viene venduta la rimanente porzione alla nobile marchesa Teresa Ali Ponzoni in Chizzola. Questa proprietà passa poi in eredità al signor Bellotti Bernardo fu Antonio il 16 giugno del 1840. Nel 1856, alla morte del signor Bellotti, diviene proprietaria la moglie contessa Amalia Balucanti. L’intera proprietà Balucanti viene ereditata alla fine del XIX secolo dalla contessa Clementina Maggi. Nel 1914 la figlia contessa Bianca Maggi fu Onofrio ne diviene la proprietaria. Nel corso del XX secolo passa in proprietà alla famiglia Longhi.

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Descrizioni tratte da S. Bozzetti, "Erbusco Storia Arte Cultura" - Erbusco, Comune, 2009