L’origine etimologica è incerta: per alcuni il toponimo di Erbusco deriverebbe dal longobardo “der büsche”, cioè “il boschetto”. Tuttavia, secondo alcuni studiosi, l’origine del nome sarebbe latina (herba, buscum). Le prime tracce insediative sul territorio risalgono all’età preromana: sull’estremo sperone occidentale del Monte Orfano gli Etruschi costruirono una fortezza militare che sarebbe stata utilizzata anche dai popoli che a loro succedettero, in particolare i Romani.
Proprio con i Romani il territorio conobbe un notevole sviluppo (testimoniato da alcuni resti romani presenti soprattutto nella frazione di Villa, e da alcune epigrafi ora conservate presso il Museo di Santa Giulia a Brescia). Fu nell’alto medioevo che Erbusco acquisì una notevole importanza e centralità, testimoniata dall’edificazione, in età carolingia (VIII-IX secolo), di una pieve, cuore della vita civile e religiosa dell’epoca. Attorno alla pieve, probabilmente sin dal X secolo, fu innalzato un castello difensivo, poi ampliato tra XII e XIII secolo (epoca a cui risalgono le prime testimonianze scritte dello stesso, all’interno del corpus degli Statuti di Brescia). Anche Erbusco fu coinvolta nelle lotte di potere del tardo medioevo: sul finire dell’età comunale, si susseguirono le dominazioni boema (1330-1332) scaligera (1332-1337), viscontea (1337-1404: proprio all’inizio dell’età viscontea il castello di Erbusco fu occupato temporaneamente dalle forze ghibelline guidate da Azzone Visconti), malatestiana (1404-1421), nuovamente viscontea (1421-1426) ed infine veneziana. Sotto l’egida della Serenissima, Erbusco sarebbe rimasta fino al 1797.
Negli anni della guerra di Cambrai (1508-1516) i Francesi occuparono il territorio bresciano: a quegli eventi prese parte anche un aristocratico bresciano, con ingenti possedimenti proprio ad Erbusco, Gian Giacomo Martinengo, appartenente ad uno dei rami “minori” della vastissima e importante parentela dei Martinengo. A questo ramo va ricondotta l’edificazione di Villa Lechi. Tra gli eventi più importanti del Cinquecento vanno ricordati: l’apertura del convento di San Giacomo alla Spina (1569), la visita pastorale di San Carlo Borromeo e l’erezione a parrocchia della chiesa di San Giorgio a Villa (1599). Nel Seicento il comune conobbe l’invasione dei Lanzichenecchi, che portò una violenta epidemia di peste, ricordata anche dal Manzoni ne “I Promessi Sposi”, che decimò la popolazione. Nel 1689 poi fu approvata dal Senato Veneziano la costruzione della nuova Parrocchiale di Erbusco, i cui lavori terminarono nel 1719. La fine della Repubblica di Venezia fu decretata dall’arrivo dell’esercito francese guidato da Napoleone Bonaparte. In seguito alla fine dell’impero napoleonico il paese fu inglobato nel Regno Lombardo – Veneto (sotto il controllo dell’impero Austro-Ungarico). Sconfitti gli austriaci nella seconda guerra d’indipendenza, Erbusco entrò a far parte del Regno d’Italia (1859-1861).
Alcuni testi utili per approfondire
-C. Moretti, Erbusco : una storia che continua, F. Sardini, Bornato 1978
-C. Moretti, Il Seicento in Erbusco : storie di quotidiana normalità : dal Libro delle Scole, 1624-1699, Associazione Culturale Claudio Moretti, Erbusco 2005
–Erbusco. Storia, arte, cultura. Catalogazione storico-artistica dei beni culturali di Erbusco, a cura di S. Bozzetti, Comune di Erbusco, Erbusco 2009
-F. Pagnoni, “Il trattato che fessemo cum la Illustrissima Signoria”. Gian Giacomo Martinengo e la congiura antifrancese del 1512 a Brescia, in «Civiltà Bresciana», 3-4 (2009), pp. 97-137